Forse vi ricorderete del mio ex capo inglese. Quello che metteva delle camicie imbarazzanti. Quello che era ossessionato dalle tazze di tè. Quello che mi chiamava come un pezzo di ciccia da mettere alla griglia, convinto che fosse il mio nome. Quello che un giorno ha intercettato il mio sguardo e ha esclamato: COSTINA, FAMMI UNA TAZZA DI TE’!
Io, ingenua, pensavo davvero che con Costina lo storpiamento del mio nome avesse raggiunto l’apice, il punto di non ritorno, il peggio di così forse solo Hostana, ma chiaramente mi sbagliavo.
Ho dovuto solo trasferirmi dall’altra parte dell’emisfero, a circa 16.000 miglia di distanza dal mio ex capo con le camicie fiorate per capire che sì, essere chiamata come un pezzo di carne alla fine non era così male.
Ho dovuto trasferirmi in Australia per capire che non c’è limite all’impossibile.
Mi devo davvero inchinare all’australiano, perché non solo non prova minimamente a pronunciare il mio nome correttamente, ma all’australiano non frega davvero nulla di come mi chiami effettivamente.
“Come ti chiami?” “Costanza” “Yeah so Cosi”.
MA COSI COSA? MA CHI TI HA DATO IL PERMESSO? MA CHE COS’E’ COSI?
Nei tre anni di vita qui sotto ho sentito storpiature così brutte da farmi perdere speranza nel genere umano, pronunce così assurde che piuttosto di sentire uscire dalla loro bocca il mio nome sotto forma di COSTEEENZA ora mi presento a tutti come George. Che deriva da qui. Almeno fosse un figo pazzesco, invece no.
Quindi ora pure la suocera mi chiama George, e pure la nonna di quello biondo mi chiama George, e la storia del come sia diventata George da Costanza fa ridere tutti, compresi possibili datori di lavoro quando sono ai colloqui, e tutti mi dicono AH, YOU ARE SO FUNNY, GEORGE.
Funny. Capiste come mi chiamo, magari non sarei così funny.
E così ho stilato una piccola lista dei nomi più assurdi che gli australiani mi han rifilato, alcuni sono così brutti e senza senso che qualcuno mi ha chiesto: “come mai i tuoi genitori ti hanno chiamato così?” e ho dovuto rispondere: “No in realtà siete voi che non capite un cazzo.”
C’è stata quella volta che a un colloquio una poveretta mi ha chiamato Constaza per un’ora. Poi ha riletto il mio curriculum, è arrossita e ha detto oh mio dio, non ti chiami Constaza. No, amica, non mi chiamo Constaza.
C’è stata quella tizia che mi chiamava al lavoro ogni giorno per organizzare il suo addio al nubilato, e ogni giorno ero una persona nuova:
Ciao Constanta.
Costanza.
Ciao Crisanza!
Costanza
Ciao Crostanza!
Wow.
E poi un giorno si è presentata al ristorante e ha esordito con un: “Ciao COSTANZO!”
Costanzo. Costina sì, Costanzo mai. Quella volta mi sono anche un po’ emozionata.
C’è stato uno dei miei preferiti, che era il ragazzo degli ordini della Coca Cola. Lui chiamava ogni mercoledì e ogni volta la storia era questa:
“Good morning this is Costanza!”
“Oh, good morning SANTA.”
“Costanza.”
“Yes SANTA, dovete ordinare qualcosa?”
E il mercoledì dopo:
“Good morning this is Costanza”
“Hello again SANTA.”
“COSTANZA”
“SANTA, ordini per questa settimana?”
Santa. Mannaggia Santa.
Poi c’è stato un amico della nonna che aveva una passione per Cassandra. Cassandra me lo porto dietro dall’Inghilterra, è un po’ diventato il mio terzo nome: dopo Costina c’è George e poi Cassandra.
“Cassandra, che bel nome.” “Cost…” “Cassandra, quindi di dove sei, Cassandra?” “Costanza, sono italiana.” “Cassandra dall’Italia, me lo ricorderò.”
Ok.
Poi ci sono tutti gli spelling sbagliati del mondo, e quelli che non riesco a mandarti una mail, il tuo nome è: C O N S T U N Z A. Constunza, giusto? Constunza.
E poi c’è stato lui: il grande professore dell’università, che tu pensi, almeno riuscirà a copiare e incollare. Lui, che mi ha mandato una mail di lavoro molto seria, che esordiva con solo grazie, in cui mi diceva cose importanti e poi, in fondo, alla fine, ha scritto:
Thank you, COSPANZA.
COSPANZA. Cospanza.
Grazie, australiani. Grazie perché solo voi sapete trasformarmi in una persona nuova ogni giorno.
Una persona nuova, con dei nomi davvero merdosi unici al mondo.
Mi chiamo Lucrezia, ma in Usa sono diventata LUCREZATIA, in Uk sono diventata LUCRETIA (che risulta il più credibile) e in Francia mi sono trasformata in GRACIA. Tutto questo nonostante gli spelling che, a questo punto, ritengo inutili.
Good luck Costina… ehm, Cospanza…Costanza!
Lucrezatia, stupendo. Ma Gracia?! Perché, da dove, per quale motivo? E dire che i francesi li ritenevo un po’ più svegli…
Comunque parlavo con una Tiziana l’altro giorno, pure lei viene chiamata in tutti i modi possibili e immaginabili ma ovviamente mai Tiziana. Siamo giunte a questa conclusione: devono essere le z che li destabilizzano.
La comunità scientifica concorda con la teoria della zeta!
Hai mai pensato a Georgianza?
Georgianza, carino… potrei cominciare a considerarlo come alternativa 🙂
Te lo giuro, a CROSTANZA sono morta dalle risate!
A me quello che lascia più perplessa è l’email: non riesci a leggere il nome della persona nella mail e copiarlo? No, evidentemente.
Metterò il nome nella firma della mail IN STAMPATELLO. Magari stavolta lo leggono… chissà!
Pure io me lo chiedo sempre: MA COPIARE E INCOLLARE NO? QUANTO CI VUOLE? PERCHE’ NON LO FATE? Chi lo sa…
Be’ dai, la CocaCola “in persona” ti ha pure fatta Santa… di cosa ti lamenti?!? ;D
Mi fai morir dal ridere!!! Forse Costanza down-under gli suona strano, ma volendo posso anche capirli.. Il problema è quando un fornitore di Modena ti saluta via email “ciao Cinzia” e tu ti chiami Silvia. Silvia, che con Cinzia non c’entra davvero nulla.. Silvia, come scritto nella firma della mail. Mah!
Costanza, mi hai fatto ridere fino alle lacrime!!! Ti adoro, posta di più
Cela (da Marcelaconunasolaelle si legge Marcela non Marsela…)
perché, in Italia, anzi in pieno stato vaticano, “paola” è sempre LAURA?? da italiani.
Risp è impo
‘laura’ Ansiosa