Modestia a parte, ho sempre pensato che Costanza fosse un gran bel nome. Gran bel nome e anche poco utilizzato. Quante Costanza conoscete? Io due. Di cui una sarei io.
Voglio dire, Costanza. Senti come suona bene. Senti come suona aristocratico.
Poi è arrivata la velina e mi ha rovinato tutta la piazza e l’aristocrazia, mettendo due chiappe al posto del mio nome sul tavolo di Striscia la Notizia.
Ma il mio nome non va bene con gli standard albionici. Gli albionici non lo capiscono. Sembrano colti da paralisi facciale mentre lo pronunciano, gli si blocca la mascella e escono un insieme di consonanti e vocali inutili e senza senso quali: Costana, Custunza, Crostanza, Crisina, Hostana, Costania.
“Oh, ma che bel nome, hai detto che ti chiami Cassandra?”
“No, Costanza.”
“Cusandra.”
“Costanza.”
“Cosanza?”
“Sì, vabbè, che vuoi da bere?”
Questo è un dialogo tipo tra me e i clienti del pub.
Allora ho deciso di usare il mio soprannome: Cocchi. Non pensando che cocky in inglese non è proprio una bella roba da dire, che vuol dire essere impertinente. Sono quindi seguite grandi risate da parte della clientela, e miei insulti in italiano, che tanto non li capiscono e certamente non si sforzano nemmeno per capirli.
“Ahahah, Cocchi, sei cocky?” “Cocchi, è una cocky”, e varie incredibili variazioni di battute sul genere. Che voi sapete che gli inglesi sono troppo spiritosi.
Ma il migliore in assoluto, colui che è riuscito a trasformare il mio nome in un solo momento in una prelibatezza culinaria, è stato il mio vecchio capo. Il mio vecchio capo era uno di quegli inglesi vecchio stampo, quelli che le docce non le vogliono fare ché perdono tempo, le camicie non le stirano perché tanto a cosa serve si stirano mentre le indossi, e nemmeno le lavano, perché “tanto insomma, si lavano quando piove”.
Un odore leggiadro proveniva sempre dalla sua scrivania, quel misto tra cane bagnato e vestito lavato l’ultima volta nel lontano 1980, quando, testuali parole, “le camicie a fiori erano very cool”.
Capo era anche ossessionato dalle tazze di té. Té ad ogni ora. Té ogni minuto.
Ma essendo lui il capo, mica si faceva il té. Eh no. Chiedeva agli altri di farlo. E così un giorno, nel silenzio statico dell’ufficio, tra ticchettio di tastiere e puzzetta di vecchio, ecco che se ne esce con:
“COSTINA, FAMMI UN TE’!”
Nessuno risponde. No, perché oltre ad essere un po’ puzzolente e vestirsi come un hippy anni ’80, era anche un po’ un rincoglionito.
“COSTINA! COSTINA, HAI DA FARE? MI FARESTI UN TE’?” ripete lui.
“Ma questo, con chi minchia parla?” Penso io, mentre lui mi guarda sorridente e fiducioso.
“Ah, Costina! Finalmente! Qualcuno vuole un té? Caffè? Costina, fa il té per tutti.”
Caffè, té, Costina di maiale al barbeque.
Ebbene: Costina ero io. Costina. Nessuno mai mi aveva chiamato come una braciola prima d’ora.
Dopo due mesi di Costina, fammi un té, ma veramente mi chiamo Costanza, e io che ho detto, Costina, capirete bene il perché io mi sia licenziata.
Ora, il problema del nome non è ancora risolto. Il mio nuovo soprannome al pub è George. Per tale comico chiamato George Costanza. E quindi ora quando qualcuno chiama George, io mi giro.
Costanza ormai è il mio secondo nome, quello che non dici mai perché tanto a cosa serve, quello che no dai, mi vergogno che mi chiamo in un modo strano di secondo nome.
Manco mi chiamassi Savannah. Forse però sarebbe più semplice. Una merda, ma più semplice.
E allora l’altro giorno servivo tizio, e lui ha attaccato bottone, ed è seguito questo dialogo:
“Come ti chiami?”
“Costanza.”
“Costina?”
“No, guarda, fai una cosa. Chiamami George.”
“AH, George? Che strano nome per una ragazza, preferivo Costina.”
Se eravate interessati a scoprire qual è il metodo migliore per non venire mai più serviti al bar, e lo strano motivo per cui ogni volta che vi avvicinate al bancone incredibilmente tutti i baristi spariscono, vi ho appena dato un indizio.
Sei sempre uno spasso, Costina…
Saretta
Mi hai fatto morire dal ridere, George!
ahahha… ma quanto sto ridendo!
😀
e.
troppo divertente :o)
grazie per il tè George Costina Costanza ;o)
A proposito dell'ossessione per il tè degli Inglesi, ricordo che un mio professore aveva la stessa necessità di bere tè ogni cinque minuti. Ovviamente nella sua tazza, portata da casa, che mai lavava (non so se lavasse più raramente la tazza o il suo corpo) e soprattutto nella quale immergeva la penna che usava regolarmente per scrivere e correggere i compiti, a mo' di cucchiaino. La classe.
Buona giornata, George!
lo dici a me che da 23 anni alla risposta 'emilia' PUNTUALMENTE mi sento ripetere 'uhhh…Emilia ROMAGNA'. Simpatia portami via!! Due palle doppie ora che ci vivo pure in romagna. Te pensa!
p.s. Emilia perché mia madre dice che la prima volta non devo mai dire 'Emy' che suona male e poco aristocratico. Alla seconda sì.
buah,Costina non lo sapevo!ma George è un omaggio al Nostro George,il brizzolato per eccellenza!J ballerina
Se ti può consolare hanno dei problemi anche con il nome Chiara. Per fortuna nessuno mi ha ancora chiesto di fargli un tè….
…sei fantastica…
e pure saportita…
in nome omen…
Ciao!
Mi sono liberamente permesso di affibbiarti il nomignolo Costa pensando ai tuoi passati affondamenti sentimentali….. coraggio che nella vita non ci sono solo modelli Schettino!
No… la ricetta della costina di maiale con le mele non te la mando che mi sa che ti arrabbi!
Grazie a tutti ragazzi 🙂 George, Costina e la sottoscritta vi amano molto!
io ho un nome che adoro (cinzia) e da una vita mi chiamano Silvia !
non ti conviene tradurlo in inglese?
GG
No aspetta! Mentre leggendo sentivo il tuo capo puzzone chimarti COSTINA, io non ho pensato alla costina di Maiale! uhh nooooo ma alla CCOSTINA ( vegetale) al burro! Questa pensavo come prelibatezza 🙂 giuro,,,sara' che sono divenata vegetariana?
anna wood
#puke
Bella George, tutt'a po'? A me succede col cognome ma magari te lo dico in privato, giao. Tanti bacini.
come ti capisco. una vita passata a dire:
Lidia
Linda?
Lidia
Livia?
Lidia
Licia?
Lidia, con la D!
ah…
e poi ti chiamano Nadia.
Ma questi sono italiani.
Comunque, voto anche per "crostanza", ha sempre un chè di culinario. 😉
del tè?
come ti capisco. una vita passata a dire:
Lidia
Linda?
Lidia
Livia?
Lidia
Licia?
Lidia, con la D!
ah…
e poi ti chiamano Nadia.
Ma questi sono italiani.
Comunque, voto anche per "crostanza", ha sempre un chè di culinario. 😉
del tè?
Adesso capisco perchè hai vinto il premio come Miglior Promessa ai MBA! 🙂 🙂 🙂 Perchè questo blog è il degno erede di una lunga tradizione di primi posti vinti da blog superflui e noiosi! Giuro, arrivare alla fine di questo post mi ha ricordato le ore di latino alle superiori: dover concentrarsi su una sfilza di inutili cazzate per un tempo che sembrava infinito! Grande!
George è certamente un'ottima soluzione 😀
E come ti avranno insegnato alle lezioni di latino che seguivi con dispiacere: "De gustibus non disputandum est". Insomma, puoi anche non leggermi. Ciao ciao 🙂
Brucia?
Vorrei dire una parola su questo che ha scritto quassù, sopra di me…ma non sarebbe una bella parola…e allora ti dico ancora che mi fai scompisciare!!!
Linda
ahahah fatastico 🙂
verrei a prendere una birra solo per poterti chiamare giusta per nome 😉
AHAHAHAHHAHAHAHAH Costina!!! Ma dai…o lavori in un bar per soli clienti lobotomizzati, ma non si spiegherebbe perchè anche nel vecchio lavoro eri una costina, o c'è un'epidemia dilagante di idiozia non autorizzata!
Morbidi.
P.S. Sto aspettando un tuo nuovo post!!!! Ma mentre aspetto leggo quelli vecchi 🙂
Sono a Torino sto cenando da sola e ti sto leggendo. to ridendo come una matta e mi guardano tutti strano 🙂
grazie, hai risollevato la mia serata!