Dovrei scrivere, dovrei farvi ridere, dovrei ridere anche io, ma in questi giorni mi viene più semplice non volermi alzare dal letto, invece che ridere.
Londra mi sta facendo male, da una settimana a questa parte. La sua cattiveria, la sua freddezza, la sua solitudine, le sue nuvole grigie stanno pesando sul mio umore nero.
Volete vivere a Londra. Venite. Vivete. Arrivate e sarete felici.
La nuova vita, le case, i coinquilini, i concerti, le sbronze, i nuovi amori, il sesso, le risate, i posti da vedere e perdersi sugli autobus in cerca della via di casa che forse non era quella, i baci sulle scale mobili della Jubilee line, quelle infinite come quei baci.
Poi arriva quel giorno in cui comincerete a chiedervi cosa state facendo.
Capirete che vivere in una grande città non è così divertente come sembrava prima. Che risparmiare è praticamente impossibile. I soldi non sono mai abbastanza. Che i weekend si susseguono e le domeniche sono pesanti come macigni, perché puoi fare tante cose, sì, ma sei sempre qui.
Che non puoi abbracciare tua nipote, tua sorella, cucinare con tua mamma e guardare un film con tuo papà. Perché non ci sono. Perché sono da un’altra parte. E tu hai scelto di vivere lontano da tutto.
Puoi tornare, ma è quando sei qui che li vorresti e non ci sono.
Capirete che tutti quelli che ti dicono “Cosa torni in Italia a fare?” dovrebbero venire qui, e sottoporsi all’iter della vita in una grande citta’. Sottoporsi soprattutto alla solitudine.
E capirete che hanno ragione. Se tornare fosse semplice forse non sareste ancora dove siete.
Capirete che Londra cambia le persone. Che crea una corazza intorno all’anima della gente, perché qui anche se ci sono milioni di persone, sei solo con te stesso. E allora per andare avanti prendi a testate tutti e tutto. Sentimenti, amicizie, persone.
Vedrete che tenersi strette le amicizie è complicato, perché c’è chi parte, resta, torna, riparte, non torna più. Mentre tu resti e devi ricominciare da capo. E questo punto forse non e’ chiaro ai piu’.
Vivere a Londra vuol dire imparare a stare soli. Vuol dire affrontare situazioni che si imprimono sulla tua pelle e lasciano delle cicatrici invisibili agli altri, ma visibilissime a te. A ricordarti quello che e’ stato, le decisioni che hai preso.
Capirete che non c’è mai tempo per guardarsi indietro, che bisogna sempre guardare avanti perché la città corre veloce e voi non potete non starle dietro. Altrimenti perderete contro di lei.
Vi renderete conto che avere una relazione sentimentale è un gioco d’azzardo. Perche’ la grande citta’ cambia l’anima delle persone e le rende inavvicinabili, diffidenti.
Londra la amerete, e la odierete.
Londra vi farà male quando vi accorgerete che la quotidianità arriva anche qui. Quando la sveglia suona alla stessa ora. Sempre.
Quando capirete che la grande città vi assorbe tutte le energie.
Che vivete in una scatoletta quando vorreste vivere in una casa.
Quando salite sull’autobus per andare al lavoro e porca troia avete finito i soldi nella Oyster card. E cercate due pounds, e non li avete. Allora scendete. Vi accendete una sigaretta. Inizia a piovere ed e’ il 4 luglio 2012. Due anni a Londra.
E d’un tratto nel vostro iPod parte una canzone a cui stavate pensando e lo prendete come un segno del destino.
Forse Londra mi ha dato tutto quello che doveva darmi?
molto spesso penso che chi sia emigrato a londra non sia completamente felice come credeva di poter diventare.
Onestamente, mi sembra che le problematiche che esponi siano comuni al vivere in tutte le grandi città, non solo a Londra. Quindi le scelte sono due: o riesci a trovare modo di vivere in spazi più, come si suol dire, a misura d'uomo, oppure tanto vale che resti lì, perché a tutti gli svantaggi del vivere in una grande città, che tu stessa racconti qui perfettamente, si contrappongono vantaggi che probabilmente in tantissime altre grandi città non ci sono e che tu stesa ha sempre brillantemente esposto in tanti post qui. Per cui la domanda finale che ti poni secondo me dovrebbe essere "Forse vivere in una grande città mi ha dato tutto quello che doveva darmi?". Un abbraccio e un in bocca al lupo di cuore.
non sai quanto ti capisco: la scatoletta, la solitudine, il vorrei essere con la mia famiglia, lo schifo, gli amici che non ho. Forlì non è Londra ma allo stesso modo per me, è una grande città e mi fa del male.
Voglio tornare a casa e questa ca**o di laurea che non arriva, me lo impedisce. Finirà anche questo capitolo e ne ricomincerà un altro. Sì, ma dove? Sono fatta per stare lontana dal nido o no? Se no, perché? Perché proprio a me?!
Ecco, ho detto tutto.
Ti sono vicino Costanza. Luuunghi respiri.
Infatti Barto hai ragione. Il post si riferisce a Londra perche' io ci vivo, ma puo' e deve essere applicato a tutte le grandi citta'.
E che ti devo dire, ci ragionero' sopra. Forse e' solo un momento. Ma Londra non mi e' mai stata cosi stretta 🙂
Ma noooooo! Ma dai Costanza, che ho cominciato da poco a leggere il blog e che mi sono trasferita qua venti giorni fa e che io a Londra mica lo sapevo se ci volevo venire, ma poi maritone ha cambiato lavoro e allora dai trasferiamoci di nuovo e allora OK e la mia vita e' stata tutta dentro 32 scatoloni! E poi mi chiedo, ma dove sono finiti gli inglesi, che qua non capiscono il mio accento che ci ho messo 5 anni ad affinare il mio inglese del nord! Ti abbraccio virtualmente. Il sole adesso e' fuori, la domenica magari puoi venire a pranzo a casa nostra, cosi' ti passa l'angoscia.
Bellissimo post, mette tutto sotto una luce un po' piu' pessimistica e realistica della classica "viva Londra!"..
Ti seguo affezionatamente su tuitter perché vivi a Londra come ci vive una mia carissima amica e questo post cosi vero e struggente, avrebbe potuto scriverlo lei, la mia cara Les.
Capisco bene i sentimenti che ci sono dietro ognisingola parola, ho lasciato casa mia anni fa e pur non essendo emigrata in una grande città,conosco affanni ed angosce di chi lascia gli affetti più cari e dove ciò che sembrava oro, è diventato metallo scolorito.
Grazie per le tue parole che farò leggere alla nipote 19enne innamorata di Londra e che sogna una vita futura in questa city di luci ed ombre.
Un abbraccio
lo sai vero che se fossi rimasta, o se tornassi indietro, preveresti la stessa sensazione che abbiamo tutti di soffocare, di guardare tutto dalla finestra, ovunque c'è un mare di possibilità, e noi qua un pugno di persone e al massimo un baretto e un cinema quando va bene…
e anche quando hai ottenuto ciò che volevi ti tormenti a chiederti se hai desiderato la cosa giusta, se non sarebbe stato meglio inseguire un sogno diverso…
vabbè…
GG
E' un post un po' grigio come il fumo di Londra ma rileggendolo ne emergono tutte le contraddizioni non solo di un'esperienza lontano da casa o per scelta ma su qualsiasi esperienza di vita
Ciao Costanza,
ti leggo da un po' ma è la prima volta che ti scrivo.
Mi hai sempre fatto morire dalle risate con i tuoi post e quello di oggi, credimi, non è meno avvincente, anzi!
Io una grande città ci vivo ed è Roma. E' accogliente, calda, piena di vita e di storia, ma viverci non è affatto facile, specie quando hai superato i trenta e sei madre (come nel mio caso).
Tante volte ho sognato di mollare tutto e partire (per anni ho lavorato in ambienti internazionali e le lingue non mi spaventano, affatto), ma ho sempre desistito.
Ho sempre pensato che, prima o poi, quello che lasciavo qui lo avrei poi ritrovato, sotto mentite spoglie, in qualsiasi posto dove sarei andata con in più la lontananza, la malinconia delle persone, delle cose, delle strade che hai lasciato.
Come sai già da sola, non è Londra la colpa di tutto ma di una serie di cose che ti hanno un po' "spannato la vista" e fatto vedere una realtà che prima non riuscivi a mettere a fuoco.
Londra ti va stretta, ma forse non è il giusto momento per prendere delle decisioni così vitali,
anche se una canzone cade a fagiolo,
anche se il tuo ex era un forte stronzo,
anche se il clima faccagare,
anche se il nuovo lavoro ti gasa e ti delude un po' allo stesso tempo.
Ti abbraccio,
Saretta
no guarda… lascia che il mondo scriva… sono a 2 anni anche io qui a londra e ti assicuro che proprio in questi giorni (sicuramente complice anche la magnifica estate che abbiamo…) la voglia di rientro é incredibile… e sto vivendo esattamente tutto quello che tu hai scritto!
Eh. Dipende. Dipende da come la affronti, questa citta'. Molti felici in realta' la vivono perche' arrivano qui con un lavoro dall'Italia, perche' vivono con i soldi di papa', perche' non hanno mai avuto alcun problema di case-affitti-bollette-lavoro.
Poi ci sono gli altri. Quelli che Londra se la sono sudata e se la sudano.
E tra quelli ci sono quelli felici, e quelli che si chiedono le cose 🙂
Grazie 🙂 Troppi pensano che Londra, e le grandi citta', siano facili da affrontare. In realta' sanno poco o nulla.
Per ognuno è diverso, bisogna sperimentare per capire cosa si vuole davvero.
A me è successo con l'università. Sono partita da un paesino sperduto e Milano mi sembrava il posto più figo del mondo, poi vivendoci per anni e anni mi sono accorta che tutto quello che mi dava una grande città era meno importante di quel che avevo lasciato nel paesino sperduto. E così sono tornata. Il problema più grande del tornare è la situazione economica, la mancanza di lavoro, ma se escludiamo quello io non mi sono ancora pentita della scelta.
I bacioni che ti mando, Emy.
<3 grazie darling 🙂
Poi i post allegri tornano, giuro!!
Grazie Saretta 🙂
M'hai psicanalizzato in un commento. Ehehhe. (Quello che hai scritto, delle cose che mi hanno "spannato la vista" la penso anche io, magari mi passa, oggi mi sento cosí pero'.)
Grazie 🙂 Non dire solo questo alla nipote. Dille anche che Londra e' bellissima. Io la amo e l'ho amata tantissimo. E mi ha dato cosí tanto, mi ha fatto crescere enormemente.
E' solo che, come nelle migliori tradizioni, sono innamorata di una stronza, che a volte ti maltratta 🙂
Eh. Niente. Hai ragione anche tu.
E' normale farsi domande.
Londra ti consuma ma ogni tanto concede regali meravigliosi.
io sono in piena crisi settimo anno londinese ma volevo andarmene gia' dopo 7 mesi.
a londra vale la pena stare se hai un lavoro fichissimo e molto remunerativo e un pezzo di famiglia. altrimenti non ne vale la pena.
altriemnti e' brutta, Londra.
No ma ci sta dire "Non voglio più vivere qui, voglio cambiare aria", l'unico problema è trovarsi un'alternativa che effettivamente non abbia con sé i problemi del posto da cui si vuole andare via. Se l'alternativa valida la trovi, fai benissimo quantomeno a prenderla in considerazione, ci mancherebbe.
Seguo anch'io il tuo blog Costanza anche se Londra l'ho scoperta pochi anni fa anche perchè quando avevo 20 anni non avevo i soldi per andarci. Non vivo comunque a Londra ma ci vado spesso a trovare degli amici. Capisco le tue sensazioni e vorrei dirti qualcosa di "utile". Sicuramente è importante stabilire per quanto si può dei contatti con persone e trovare amici; almeno si possono condividere pensieri, momenti, …cose della vita. Di fatto sono sicuro che la vita lì non sia davvero facile ma un po' come in tutte le grandi città….. il mio prof, di sociologia mi parlava di "folla solitaria"… che io (lol) all'esame ho chiamato "follia solitaria"…e lui ha persino riso…capendo il laspus freudiano. Comunque dammi retta, cerca di crearti un giro di amici, anche usando Internet e sicuramente ti sentirai meno sola. Del resto penso che vivere a Londra sia una grande opportunità, quindi devi coglerla e stare meglio che puoi. Probabilmente sarò a Londra fra 2 settimane….magari si beve un drink…vediamo. Saluti. Enrico x
Adoro il momento in cui esce il sole e tutti si svestono e si riversano nei prati, la vista dal waterloo bridge che attraverso tutte le mattine, i mercati, l'enorme varietà di cibo che puoi provare, le birre dopo il lavoro. Nonostante tutto questo mi sento sola e mi piacerebbe però condividere tutto questo con chi è rimasto in Italia. Quindi, capisco il tuo post, anche se penso sia frutto degli ultimi accadimenti.Forse mi sbaglio ma probabilmente avresti provato le stesse sensazioni anche in qualsiasi città italiana.
Grazie! Detto con il cuore.
Mi sono sentita proprio cosi' dopo anni a Milano (prima di andarmene e decidere forse di non tornare piu'). Piu' di due anni, perche' da Milano potevo tornare a casa spesso. Ma Milano, dio, ti uccide. Eppure ci sono quei giorni in cui, camminando in piazza Duomo la domenica mattina presto, mi pareva che li' ci fosse tutto quello di cui avevo bisogno. Forse le citta' sono come le persone: non puoi amarne una se non passano quei giorni in cui la odi a morte, e vorresti scappare. Ma se scappi, magari il giorno dopo te ne penti.
In bocca al lupo, da una che la sua citta' la sta ancora cercando, e chissa' che non ci provi anche con Londra.
KayWords
Ciao Costanza io ho appena finito di leggere il tuo blog, tutto d'un fiato come un libro nel quale mi sono tuffata! Ho riso tanto, riflettuto e cercato di capire questa citta' che tu descrivi e che ti ospita da ormai due anni! Io arrivero' a settembre con due bimbi piccoli e tutto da imparare, inglese compreso! Penso che le giornate di cui parli oggi capitino a tutti e che a volte la nostalgia si arrampica come una scimmietta sulle spalle e sta li a farci male, ma poi la mandiamo via questa cazzarola di scimmietta? Certo! Torna a sorridere e a farci sorridere! Grazie piccola Cocchi! Un abbraccio forte!
Anna
Questa è la frase che mi ha colpito di più:
"Vedrete che tenersi strette le amicizie è complicato, perché c'è chi parte, resta, torna, riparte, non torna più. Mentre tu resti e devi ricominciare da capo. E questo punto forse non e' chiaro ai piu'."
Sono a Londra da 5 anni, dopo averne passati 9 a Parigi e dintorni (7 mesi a Milano nel mezzo). Non penso aver mai incontrato qualcuno al di fuori del mio giro di amici del liceo (internazionale, a Parigi dove questo succedeva tutti gli anni) che abbia mai capito cosa voglia dire restare quando tutti gli altri partono.
La mia soluzione? (che poi spero non diventi la tua):
Se hai intenzione di restare a Londra, magari con chi resta scrivimi pure (@traveler_soul) se invece hai intenzione di partire (tornare) ti auguro buon viaggio.
Bianco o nero, lo so, ma alla fine non ho più voglia di ricominciare neanch'io. Forse un giorno lo capirai, anche se spero di no.
Coraggio.
ciao, ho vissuto ad Edinburgo quasi 7 anni ed ora sono a Plymouth per lavoro (con 9 mesi di Australia campestre nel mezzo, da cui sono fuggita perche' si puo' parlare del raccolto solo quel tanto).
Anche Edinburgo e' una citta' temporanea – il primo anno che c'ero come Master era tutta vita, gruppo di amici studenti, feste, la sensazione di aver capito tutto e di avere una stabilita' fatta di persone che ti sei scelta, che hanno un cammino comune col tuo. Poi finisce l'anno, e partono. Bam, da sola, perche' tu hai deciso di restare. E di quelle 40 persone che conoscevi, una mezza dozzina sono amici con qui sei ancora in contatto dopo 7 anni, gli altri chi li ha mai piu' visti? Non ce l'ho fatta l'anno dopo a ricominciare nello stesso modo. Le feste con 'da dove vieni, quanto stai' mentre bevi gin and tonic in un bicchiere di carta. Facce che perderai per strada, lo sai gia'. Amicizie piu' selezionate, piu' a lungo termine. Ma dopo 3 o 4 anni al massimo, anche loro se ne vanno. Ed Edinburgo diventa questa citta' di fantasmi in cui ad ogni angolo ti ricordi ci cosa hai fatto e hai detto, con persone che ora sono in un altro continente e che all'epoca ti sembravano cosi' essenziali alla tua vita. Ci cammini ed il passato ti segue, ti fa tap tap sulla spalla se rallenti. Ma se penso a dove sarei se non fossi partita 7 anni fa, vedo un percorso completamente diverso, vedo che sarei una persona completamente diversa. Non so se piu' felice o piu' insoddisfatta. Ma sono contenta di essere me, in realta', anche se e' dura.
Gio(UK)
In bocca al lupo, Anna! E grazie di aver letto tutto il Bloggo 🙂
(Tornero' a farvi sorridere presto, spero :))
Gio,
ti capisco benissimo. Anche io mi chiedo che persona sarei diventata se non fossi partita per Londra, se non avessi affrontato la vita e fatto le scelte che ho fatto.
Io sono felice di quello che sono diventata, anche se e' dura, come dici tu 🙂
Grazie 🙂
Non è Londra, Costanza, è la vita che rende tutto difficile, soprattutto per chi ha animo sensibile. Avresti provato le stesse cose anche a Milano o Roma, solo che nelle italiche città ti saresti scontrata con le inefficienze e le maleducazioni tipiche del nostro paese. Torneranno giorni allegri e saranno figli di queste ore grigie. Ciao e a presto.
Ciao Costanza,scusa se mi permetto di commentare,io vivo in una piccola città e forse non posso capire,ma sento di volerti dire coma la penso(anche se magari non ti importa).
La sensazione di soffocare la provo anche io,che qui ci sono nata e non l'ho scelta come città,e anche io sogno di potermi un giorno trasferire dove desidero.Tu sei già al passo successivo,vivi dove avresti voluto vivere e finalmente,dopo la "cotta" iniziale,ti stai rendendo conto che Londra non è il paradiso,ma che anche lì si affrontano problemi e difficoltà,come in qualunque altro posto..per come la vedo io tu già sei fortunata a poterti domandare "che faccio?dove vado?",hai la possibilità di cambiare città,tornare o andare da un'altra parte..Per questo credo che lasciarsi andare così sia abbastanza inutile,piuttosto chiediti cosa vuoi veramente in questo momento della tua vita. La solitudine ogni tanto non fa male,io la proporrei come cura un pò a tutti,ti aiuta a pensare e a chiarirti le idee. Non è tanto il posto,città grande o città piccola,sei tu che determini il tuo stare bene..spero di essermi spiegata,il concetto nella mia mente è chiaro ma ho paura di aver fatto confusione 🙂
Coraggio,sono sicura che è solo un momento passeggero 🙂
Holly
Tutto quello che scrivi è molto vero. Sono 8 anni che vivo in questa città, la amo e – a tratti -la odio, mi ha dato tantissimo, e mi ha 'tolto' altrettanto. Però ho imparato a stare da sola e a conoscermi. Non sarebbe mai accaduto, con la rete di salvataggio di parenti e amici, a casa in Italia. Certo, sarebbe fantastico poter assaporare ritmi lenti, un sole caldo e duraturo, cibi più salutari e saporiti, amicizie solide come querce, che restano. Ma per quello c'è l'Italia, dove andare in vacanza per ricaricarsi. Tornare indietro, almeno nel mio caso, non si può. Farei fatica a riadattarmi ad una realtà, che mi andava stretta già quando ho deciso di andarmene. Ho visto gente tornare a casa e poi pentirsene e ritornare Amici che sono finiti in continenti lontani e hanno nostalgia. Puoi cambiare città o nazione, se credi. Ma il cambiamento vero può solo avvenire dentro di te. Imparerai che la stabilità e la serenità sono un fattore interno, che la temporaneità, per chi – come noi – ha deciso di andarsene, è un elemento quotidiano, con cui imparare a convivere. Dovrai riscrivere le tue geografie mentali, centrarti. Gli amici che ti sei fatta qui e se ne sono andati, se l'amicizia era vera, ti resteranno legati, anche da lontano. Viaggerai nel mondo e avrai qualcuno da rivedere. Ci saranno volti nuovi che entreranno nella tua vita. Londra non si ferma mai, ma tu puoi sempre scendere da quel treno, se vuoi 😉 In bocca al lupo!
Ragazzi e ragazze, che dire: grazie a tutti delle belle parole 🙂
E' un momento e avete tutti molto ragione quando dite che passera'. Ma come tutti sapete, il Bloggo e' la mia essenza e mi andava di raccontarvi questo, sta volta.
Ciao Cocchi,
condivido pienamente le tue sensazioni su una grande città, ma sono arrivata alla conclusione, soprattutto parlando con amiche della mia stessa fascia d'età e con la passione per l'altro, che non sia casa, al fatto che la causa principale non è la città in cui viviamo ma siamo noi stesse il problema. Stiamo attraversando una fascia d'eta' in cui vogliamo più sicurezze, ma vogliamo allo stesso essere libere di andare un po' dove vogliamo. Il problema è solo uno: i 27 anni, questa eta' ci rende più esigenti e ci porta a farci un sacco di domande, a cui però non ci sono risposte immediate ma sarà forse solo la vita a darcele.
Un abbraccio forte
Ross
ciao costanza,
io ti seguo da due anni, perché quando partisti per londra, partivo anch'io per la germania e seguirti mi rincuorava, mi aiutava a cogliere il lato ironico delle cose, a tirarmi su da sola. mi sei stata da esempio in diverse circostanze; ho riso a crepapelle leggendo i post al pub, ti ho ammirata per come te la cavavi in situazioni per me impossibili da gestire e ti ho seguita quando passavi dal bancone alla scrivania nel giro di un anno. Non so come tu interpreti la tua storia, ma ti assicuro che, vista da fuori, è una bella storia, con tutti gli alti e bassi che inevitabilmente la connotano, ma che proprio per questo la rendono speciale. Ecco, questo è l'incoraggiamento di un'estranea, ma che in realtà ti è vicina come ogni buon lettore lo è del proprio autore preferito! Il blog, almeno, dà l'opportunità del contatto diretto! 😉
Elisa
P.S.
io, poi, la germania l'ho lasciata e me ne pento. Mi mancava (e mi manca) l'autoironia. Senza quella non si va da nessuna parte, in tutti i sensi! 😉
Ciao Costanza,
sono appena rientrato nel Belpaese dopo un'esperienza londinese e mi hanno girato il link a queste tue parole!! Davvero stupefacenti, mi sono ritrovato davvero in tutto tranne che nella sensazione di poter perdere contro una città. La prima sfida oggi è con noi stessi, nel trovare una nostra dimensione in grado di riempirci…poi arriveranno le altre, quelle vere e adatte a ciò che siamo e vogliamo….altrimenti il rischio è che dopo aver sfidato questo mondo e quell'altro con l'obiettivo di arrampicarci con tutti i mezzi su un albero….arrivati in cima ci accorgiamo che non era quello giusto!
Grazie e buon proseguimento 🙂
Cocchi bella,
a volte penso che le persone starebbero bene solo nelle città a cui somigliano. E troppi, sopravvalutandosi, si sentono simili a Roma, Londra, New York: nessuno vuole accettare di essere simile a un paesino arroccato sulle montagne del centro italia o sperduto in mezzo alla pianura padana.
Poi però vedo me, che non sono per niente eterna, non sono per niente grandiosa, non sono per niente chic e nemmeno un po' integrata. Eppure, Roma mi calza a pennello, e allora penso che forse vaffanculissimo, forse chissenefrega di somigliare a una città, forse vivere bene è qualcosa che sta dentro di noi, e che il nido un po' ci scaverà SEMPRE dentro qualche traforo di nostalgia, però è giusto così, è così che deve andare, e allora l'umore nero passa, e tornano le mattine in cui scendi dal bus e sei al colosseo, le sere in cui esci e le statue di San Giovanni ti guardano luminose, i pomeriggi con un gelato in mano tra piazza Bologna e la stazione Termini e stai attenta che ti goccia il cioccolato sui pantaloncini, e le notti tarde sul prato del Circo Massimo che porcogiuda Flavio quanto mi manca e il lido di Ostia e la mia casetta e il tran tran e la metro e le notti sui libri con la coinquilina e poi, in fondo, puoi essere a casa anche lontana da casa.
Ti stringo foooorte, tieni duro: se Londra è la tua casa, ti amerà come tu ami lei, prima o poi. Anche se ora fa la ritrosa.
Morby
Ciao! Ti leggo da un po' e ora mi sento di intervenire.
Allora, da 3 anni anche io vivo all'estero e comunque già da 9 vivo lontano dalla mia famiglia e città d'origine… insomma, capisco benissimo cosa stai provando. Il problema però non è Londra, il problema è che ora hai bisogno di stimoli e cambiare città, come paventi nella chiusa, potrebbe darti lo stimolo nuovo che cerchi. La sfida, però, è cercare stimoli nuovi nelle realtà che già conosci. Io ho cambiato ogni volta che mi sono sentito costretto nella realtà in cui mi trovavo… bello, eh, ogni volta si ricomincia daccapo, nuove amicizie, nuove abitudini, nuovi luoghi… finché ti accorgi che i luoghi dopo un po' non sono più nuovi, che la tipologia di amici che hai è la stessa che avevi nella realtà che hai lasciato e le abitudini… insomma, anche quelle non è che siano cambiate più di tanto… Il cambiamento devi essere tu, non la città, se non cambi tu, in una nuova realtà ricercherai sempre gli stessi stimoli e seguirai vecchi schemi. E scommetto che Londra ha tanto da offrirti se provassi a cambiare qualcosa del tuo stile di vita in modo da scoprire nuove realtà e indirizzarti verso nuovi (migliori e più appaganti?) stimoli.
Ecco, spero di aver detto qualcosa di sensato :p In bocca al lupo, comunque: "gli emigrati c'hanno le palle"!
Grazie mille delle bellissime parole, Elisa 😉 Mi hai fatto commuovere 🙂
Cara Costanza, ti leggo da tempo ma non ti ho mai scritto, questa volta, invece voglio farlo.
Sono stata a Londra 4 anni e un giorno all'improvviso mi sono svegliata e ho pensato le stesse cose.
Più il tempo passava, più il coinvolgimento e le novità sparivano.
Lavoravo, faticavo, i weekends si erano ridotti alla spesa da Asda e al bucato insieme a tante sane dormite per recuperare la stanchezza. Gli amici c'erano, per carità, ma quelli che avrei voluto veramente vicini erano a 2000 km di distanza.
La mia famiglia era a 2000 km di distanza.
In effetti anche io ero a 2000 km di distanza.
Londra mi ha dato tanto, tantissimo e come dici tu mi ha insegnato cosa vuol dire solitudine…
mi ricordo che all'inizio quando mi dicevano cose del tipo "Oh I live just round the corner"…e io pensavo ah ok dietro l'angolo…e poi scopri che dietro l'angolo per loro è a tre fermate di tube…perchè lo fanno? la risposta che mi sono data è che accorciano simbolicamente le distanze, quasi per non sentirle e sentirsi meno soli, altrimenti perchè dovresti dire just round the corner quando in realtà sono 6 km?!
Alla fine sono tornata in Italia, a Milano, grande città che se la tira e che crede di essere Europea ma non lo è.
Mi sta stretta.
Mi sta stretto il lavoro che faccio e la piccola mentalità italiana dei colleghi e dei superiori che non hanno mai messo il naso fuori dallo stivale.
Ma sono qui.
Londra mi manca per certi versi, eccome.
Ma sono dove volevo essere.
un abbraccio grande,
Chiara
Londra e' un porto di mare: gente che va, gente che viene e alla fine di ogni anno ci si trova a far la conta di chi se n'e' andato e chi resta. Nella mia esperienza e' questo che la rende cosi' diversa da tutte le altre citta' in cui ho vissuto. Che ti devo dire, anche a me era arrivata a stare un po' stretta. Eppure in giornate come questa mi manca da morire! Ma forse e' perche' invece di tornare a casa me ne sono andata ancora piu' lontano.
Vengo da una (sedicente) grande città, Milano, e dopo 3 anni qui mi sento molto più a casa nella mia piccola Battersea che nella mia città natale. Con l'aiuto di Skype ed EasyJet, certo, perchè gli affetti più importanti restano quelli, ma non me ne andrei per tutto l'oro del mondo. Nonostante i millemila guai in cui sono passata in questi anni, nonostante il 6 luglio fottutamente piovoso e tutto, quando sento "The next station is Clapham Junction" mi si allarga il cuore. Ma se il tuo percorso e le tue sensazioni sono diverse, non sentirti obbligata a restare, se hai bisogno di staccare vai, sono sicura che Londra ti aspetterà 🙂
arrivo qui dal blog di erolucyvanpelt.
Da dieci anni vivo a L.A., ogni volta che lo dico tutti commentano: "beata te!" e io mi mordo a lingua perche' vorrei dire che se vogliono, possono. Si prende un biglietto e si va e si cerca un lavoro e il permesso di soggiorno e tutto il resto. Pero' nessuno lo fa perche' e' faticoso, emotivamente intendo. La solitudine e la lontananza sono sempre li' e ci fai i conti prima o poi ed e' brutto. Non puoi condividere con le persone che piu' ami ne' i bei momenti nei ' i brutti momenti, vivi tutto quasi in differita. EMigrare e' duro, c'e' da rimboccarsi le maniche. Poi dipende anche dalla ragione per cui si va via: alcuni odiano cosi' tanto la famiglia di origine che stanno benissimo senza. Ora che sono mamma sento ancora di piu' la solitudine, la fatica, la lontananza.
Tante cose insomma.
Valeriascrive
.. Costanzina che sia arrivato il tempo di tornare in Italia ? Credo che il problema più grande, che sta iniziando a pesarti, sia il fatto che sei effettivamente sola, cioè, sei venuta a Londra solo con te stessa ! Io sono qui a Londra da 2 mesi, però sono venuta con il maritino, tutto è diverso. Credo che se fossi stata sola qualche domandina di questo tipo me la sarei posta, prima o poi. Devi capire però se realmente vuoi fare una vita da expat, a Londra o qualunque città del mondo.. devi averlo nell'anima. Io non sento per nulla la mancanza del posto in cui vivevo prima, in Italia, dove in questo momento ci sono quasi 40 gradi ed io sto così bene qui al freschino, certo la pioggia mi rompe le balle. Mi manca tanto il mare, un tuffo nell'acqua trasparente, quello si ! Le persone anche, ma ragazzi, la vita è una ed ognuno deve seguire la sua strada, è terribile sprecare tempo per stare vicino a chi ci piace, non potendo fare quello che ci piace. Vedremo come Londra ci tratterà 🙂
Dancer
Leggendo il tuo post mi vengono in mente soltanto queste parole: resisti e caccia fuori le palle, le stesse che ti hanno portata a Londra due anni fa. Ti abbraccio
Cara Cocchi, io vivo qui solo da un anno. è difficile resistere da soli in questa città. Le distanze sono enormi tra tutti gli amici, chi vive in Hackney difficilmente se stanco andrà prendersi una birra in Chelsea dagli amici, e viceversa.
Londra succhia tutte le energie per il semplice fatto che volendo essere li davanti devi strafare e dare il meglio del meglio di te. E io pensavo che Londra fosse la soluzione alla mia traggedia sardo-italiano del lavoro e quant'altro.
Sulle facce e gli umori di chi vive a Lon non son d'accordo: chi la ama e chi la odia si pone in modo diverso con le altre persone, e questo rende ballerini, instabili quei sentimenti come l'amore (per altre persone) che scuotono tutto il corpo e tutto il tempo. La precarietà della vita comune rende precario questo prezioso sentimento e, se per caso ti capita di essere quel tipo di persona che adora e ama tutto e tutti, riuscire a farsi bastare una persona comune al suo fianco, beh, come anche tu penso abbia sperimentato, questa è la dannazione della vita. Perchè chi ogni giorno vuole vedere il sole sorgere e tramontare in maniera sempre più bella deve ogni giorno cambiarsi gliocchi, farli cambiare a chi gli sta intorno.
Sono stato troppo lungo? mi hai/avete capito?
Marco
eh,lo so,le grandi città ti ingoiano,letteralmente.Ingoiano il tuo tempo,i tuoi soldi,e fanno finta di offrirti tanto,invece,le bastarde.Se hai bisogno di disintossicarti,sai dove trovarmi.J ballerina
… si è proprio così, ci ho vissuto anche se per pochi mesi, a Londra ci puoi stare finchè non arrivi al punto in cui sei arrivata tu, di fermarti a riflettere, vuol dire che ti ha dato quel che doveva, finchè hai un obbiettivo da raggiungere, sei presa e la città ti appare come la descrivi all'inizio, non per come in realtà è …che coincidenza, io sto pensando di tornarci con un progetto preciso a breve termine, consapevole che sarà per una breve parentesi e che voglio vivere altrove, credo sia il modo migliore per godersela, bel post 🙂
Un forte abbraccio
http://nnsonounafashionblogger.blogspot.it/
O cavolo… e io che scoprendoti e leggendo il bloggo tutto d'un bloggo ho pensato ma si dai Londra e' sempre Londra, guarda lei come se la spassa e ride e beve e andra' bene anche per me.
E poi epic fail nell'ultimo post mannaggia… Mi hai dato la vita e me l'hai tolta 🙂
Perche' anche io sono in fase di emigrazione albionica, per fortuna con un pezzo di famiglia, quella acquisita non quella di origine : io lui e il cane stiamo per arrivare. Lui con un nuovo lavoro io con una nuova vita (spero anche lavorativa) da inventarmi.
La situazione italica e' invivibile e a parte il sole il mare e le cose buone da mangiare ( di cui ho gia' nostaglia al solo pensarci) non resta altro.
Quindi la grande decisione …Partire 🙂
Ma Londra, che conosco solo da turista, mi spaventa un po' anche per quello che racconti tu in questo post.
Vedremo 🙂
Eva
Hai ragione, e grazie dei complimenti 🙂
Grazie come sempre, Morby 🙂
Ciao Giuseppe! Grazie per il commento, hai ragione pure tu, bisogna trovare stimoli nel posto che giá conosci… vedremo come andrá a Londra, per ora non mollo 🙂
E si, hai ragione: gli emigrati hanno le palle!!!
grazie!
Grazie Chiara!
Per ora tengo duro a Londra. Peró ti diró, molto spesso la mattina mi sveglio e mi chiedo, che sto facendo?
Hai fatto bene ad andare. E soprattutto a scegliere di essere dove volevi essere.
Grazie 🙂
Ragazzuoli, grazie a tutti dei commenti. Il bloggo sta per tornare, felicemente, forse, si spera 🙂
Grazie!
Questo commento è stato eliminato dall’autore.
Ciao Costanza!
Ti ho aggiunto su g+, mi sono permesso perché dopo qualche anno passato qui in Germania sto quasi pensando di espatriare di nuovo… Se mi aggiungessi, potremmo chattare un po' su gtalk, mi interesserebbe fare due chiacchiere sul trasferirsi a Londra, cose che sul tuo blog ancora non ho letto :p
Buona giornata! 🙂
Io a Londra ci sono rimasta un anno per studiare (poi me ne sono andata per motivi di lavoro) e ancora mi chiedo se veramente mi abbia dato qualcosa. Ho scoperto che la solitudine è una cosa brutta, che ti tiene sveglio fino alle 3 di notte per l'amarezza di avere mille possibilità che però sono un miraggio, perché in fondo più che mostre, concerti e shopping strabilianti vorresti solo un amico al tuo fianco, uno con cui prendere un caffè senza dover dare un preavviso di una settimana, senza incastrare tempi e distanze impossibili. L'amarezza di constatare che i tuoi compagni di corso ti parlano solo da ubriachi, dopo lezione giammai fermarsi a fare due chiacchiere, sapere che puoi andare a millemila feste ma ogni volta dovrai ricominciare con "mi chiamo x, vengo da y, studio z", con persone che non tanto poi non rivedrai. Dopo 6 mesi del genere Londra mi ha concesso una tregua, qualche amico trovato per puro caso e un po' di serenità. Forse l'unica cosa che mi ha dato veramente è la certezza che io da sola non ci so stare (e per sola non intendo senza un ragazzo o senza la tua famiglia intorno a te, intendo non parlare con persone per giorni interi)..ma mi chiedo se ce ne fosse veramente bisogno.
mi hai fatto piangere…..ho trovato il tuo blog x caso e in questo post hai descritto esattamente come mi sento io in questi ultimi tempi…solo che gli anni a londra sono ormai sei…..tornare , rimanere ..in test auna gran confusione! un abbraccio
Odi et Amo è esattamente l'espressione giusta per definire il mio rapporto con l'Inghilterra. A Londra come a Birmingham.
http://leleganzadeiricci.blogspot.it/2012/12/bye-bye-bemi-bemi-bye-bemi-bemi-bye-bye.html
Ciao Costanza!
Ho da poco iniziato a leggere il tuo bellissimo blog e già me ne sono innamorata! Sei divertentissima e descrivi la vita lì con uno stile unico.
Sono una studentessa universitaria a metà, nel senso che non ho ancora capito cosa voglio e cosa posso pretendere da me stessa. Vivo le giornate così come vengono sperando che, prima o poi, le cose si aggiustino. Sogno Londra da un bel pezzo e, fortunatamente, avrò la possibilità di passarci quattro giorni in primavera e non vedo l'ora.
Da poco ho pensato di prendere in considerazione la possibilità di trasferirmi a studi ultimati (sperando di avere la forza di ultimarli) e così di far diventare realtà questo mio sogno.
Mi rendo conto che vivere lì non sia per nulla facile, tra lavoro, casa, affetti che si lasciano. In Italia, lascerei più di quanto già non tema ma cerco di non pensarci e di trovare la forza per compiere questo mio passo, nonostante i miei siano molto scettici. Ho vent'anni e nessuna esperienza in questo campo. Sono sempre stata la ragazza titubante e insicura di prendere e partire ma la voglia è tanta e questa mia vita qui mi sta pesando più del previsto. Sarà un periodo, passerà forse. O forse no.
Londra per me rimarrà sempre una meta da raggiungere, non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico, segnerà finalmente il punto di fine e di inzio di tutto e spero che anche per me quel momento arriverà. Con tutti i pro e contro.
Che consigli mi daresti?
Grazie in anticipo per la disponibilità e complimenti ancora per il bel blog =)
Bea
Ciao Bea!
Grazie per i complimenti al Bloggo e scusa il ritardo… siamo (nel senso io e il Bloggo :)) stati in vacanza per qualche giorno…
Dunque, consigli per affrontare la vita a Londra… Innanzitutto parti decisa. Cioè, parti convinta che vuoi fare quest'esperienza e con molte energie, che ti serviranno per affrontare gli alti e bassi di questa città! Londra non è semplice, e se ti da molto, dall'altra parte ti toglie anche tanto.
Prenota qualche giorno in un albergo o in ostello mentre cerchi casa, e poi bisogna trovare lavoro ovviamente… Che cosa vorresti fare a Londra? A seconda di quello che vuoi fare, puoi mettere il tuo CV online o andare a darlo in giro a mano. Per trovare lavoro in un pub o ristorante, questo è il metodo migliore. Per trovare lavoro in ufficio (cosa che, come avrai letto, sconsiglio di fare appena arrivati), meglio mettere cv online e iscriverti a vari siti che offrono lavoro e mandano email giornalmente.
Quello che ti consiglio è: perché non passi qualche mese quest'estate a Londra? E se ti piace, poi, resti 🙂 Sennò, almeno ci hai provato.
Io ho fatto così, e il 2013 sarà il terzo anno nella gelida Albion! Se vuoi altri consigli manda una mail alla bloggomail, civuolecostanza@gmail.com!
In bocca al lupo bella!
Cocchi
Cara Costanza,
non sai quanto ti sia grata per avermi risposto e soprattutto per i grandi consigli che gentilmente mi hai dato. Non ho pretese per quanto riguarda il lavoro che mi piacerebbe fare lì. Mi accontenterei di provare a lavorare in qualche ristorante come cameriera o lavapiatti per i primi tempi, tanto per fare esperienza e per migliorare la lingua. Il lavoro da ufficio non fa per me, te lo dico già.
Adesso mi sto impegnando per portare a termine i miei studi in lingue al termine dei quali penso che seguirò alla lettera il tuo consiglio di trasferirmi lì per un'estate per cercare casa e lavoro. Ora come ora mi sto informando chiedendo pareri a persone che vivono lì per quanto riguarda anche la possibilità di trovare coinquilini. Tu pensi che per partire col piede giusto mi convenga condividere un appartamento? La buona volontà c'è, eccome! Non mi faccio problemi di nessun tipo e so gioire delle piccole cose.
Intanto ti ringrazio di cuore per tutto e sicuramente mi appunterò la tua mail e ti scriverò per qualsiasi altro dubbio o domanda.
Buon lavoro e buon anno!
Bea
Oddio Costanza, mai più post fu più vero di questo. Anche io vivo a Londra, anche se non da molto e condivido ogni virgola di quello che hai scritto. Siamo qualcosa come più di dieci milioni di abitanti ma mi sento sola come se fossi sperduta nel Tibet, lontana da tutti e da tutto. Dicono che ciò che non uccide fortifica, speriamo.
Buon anno cara, continua a scrivere per tutti noi!
Amica
Sono d'accordo con chi ti ha scritto che è tutto applicabile a qualsiasi città. Già un'altra volta avevi scritto qualcosa del genere, qualcosa sul voler partire, sull'essere partiti, sul voler tornare e sul non tornare. E mi ci ero ritrovata benissimo.
La tua Londra è la mia Milano.
E da qualche mese ho affianco una persona che non fa altro che ricordarmi ogni giorno quanto voglia trasferirsi. A Londra. E io non so spiegargli a parole che non abbiamo più l'età per gli Erasmus e che le città sono difficili da digerire quando si fa ora di cena e si è a tavola da soli.
Ti capisco cuore. Non so quale sia la soluzione, forse tornare o forse andare ancora altrove.
Forse tornare in Italia, già l'idea che fuori dalla finestra parlino la tua stessa lingua cambia un po' la percezione delle cose.
Ma forse non ne so un cazzo.
Ad ogni modo ti mando un abbraccione. Spero di incontrarti a metà strada.
Zit
Cavolo, bel post!
Letto nel momento più adatto, per me che ho voglia di un posto diverso da qui (inutile dire la città italiana, tanto è uguale ovunque).
Ed ovviamente il "rifugio" a cui penso è proprio Londra (pallino che ho dalla quinta elementare quando ci hanno fatto studiare in inglese le cose principali!)
Ed è la prima volta che vedo quanto non sia comunque rose e fiori. E' pieno il web di blogger a Londra, ed in tutti, anche nei post che portano più rancore alla città, non ho mai respirato la realtà "nuda e cruda"; come se fossero comunque protetti da qualcosa o da qualcuno.
Il tuo post, personalmente, è il primo che mi trasmetta la non semplicità del vivere all'estero. Quindi complimenti per la tua forza, che vorrei avere io -paurosa persino quando giro l'angolo- e per le parole, "autonome" e senza veli.
A presto!
Alice
Concordo in pieno, ho fatto 4 anni a Barcellona e ora son qui a Londra da quasi tre anni. Sto toccando vette di solitudine che mai ho provato in vita mia. Non mi meraviglia che quasi ogni giorno c'è una "person under the train". non mi meraviglia affatto. I vantaggi li sappiamo tutti: multiculturalità in primis, e poi ovviamente di tutto per divertimento, cultura etc. Però mi spaventa vedere gente che è qui da 10 anni e dice che vuole andarsene perchè è una città triste. ed è vero. Gli Inglesi sono inavvicinabili, hanno una paura fottuta del prossimo, e sono falsi come mai ho visto in vita mia.Si possono trovare bene solo con gli Scandis, altri simpaticoni come loro. Qui tutti si trovano la propria Londra dentro Londra, cioè una Londra che non ha a che fare con gli Inglesi.e non è bello, visto che siamo in Inghilterra!Inoltre, di qualunque nazionalità siano i tuoi amici,non ci sarà mai tempo di vederli a sufficienza, sempre la sensazione che se te ne vai nessuno stará qui a piangere per te,a nessuno mancherai veramente.Dal punto di vista umano, una città orribile
Mi sembra di aver scritto io le tue parole, e mi sento scema ma neanche le lacrime che mi stanno quasi soffocando in questo momento riescono a liberarmi un minimo dall'angoscia che provo. E' un casino!
Barto Ha perfettamente Ragione , isono nato e cresciuto a roma poi a 21 anni me ne andai a Londra e ci sono restate per 5 anni , Sono a Edimburgo da 18 anni sposato con una donna Scozzese e con un figlio di 14 anni , e ti dico che l Italia mi manca sempre forse con il crescendo ancora di piú ora che prima , Ma che ci ritornerei a fare in Italia ? Lavoro hahaha Sanitá peggio , e allora peso le due cose e mi convince che anche se mi manca la mia gente , sto paese mi da di piu
Londra è la città della globalizzazione, l'esempio dell'individualismo estremo! ma questa è la realtà della società contemporanea occidentale. New York è ancora peggio: io vivo Londra 3 o 4 mesi l'anno, dal 1995 frequento questa città. La vivo, la amo e la odio. Non ho amici, perchè la mia vita affettiva e seria è in Italia. A Londra però mi rilasso, tutto funziona, la gente è puntuale, non devi stare con la paura fissa che ti fregano sempre ( per lo meno in alcune zone!!). Però capisco il punto di vista di Costanza. Non consiglierei mai a mio figlio di trasferirsi qui. Qui si trova bene in senso assoluto solo chi proviene da città piccole dell'entroterra dei paesi del sud Europa. Poi per noi professionisti è diverso. Per me una passeggiata a Richmond e una cena sul fiume sono come per i buddisti ore e ore di meditazione…Per non parlare della miseria in cui vivono gli italiani….ma quale carriera? vi rendete conto della fregatura sulla carte di credito? o sulle case comprate in percentuale? o sulle charety? e i college? gli inglesi hanno schiavizzato il mondo….so fate attenzione ragazzi..la pinta i localini ecc ecc sono illusioni momentanee..la vita è altro…!!!
Leggo questo post circa 3 anni dopo dalla sua pubblicazione e come gran parte di voi, mi ci ritrovo. Non lo avrei mai pensato. Ho sempre amato Londra e solo da qualche mese a questa parte inizio a chiedermi se e' ancora cosi'. La mancanza di amici e' la cosa che mi fa stare piu' male. Ne approfitto per lanciare un appello: se c'e qualche altra anima sola a Londra in cerca di amicizia mi faccia un fischio 🙂
In tutte le metropoli si rischia la solitudine, quando non si hanno parenti li'.
Io vivo a Pechino, ed e' la stessa cosa. Una citta' enorme, dove e' difficile creare rapporti seri con la gente, dove si vive in una scatola in un palazzo di 30 piani e si deve prendere la metro ogni giorno per andare a lavoro. In piu' mettici il terribile inquinamento dell'aria e del cibo, e francamente inizia a mancarmi Londra, dove vivevo prima.
senti io ti scrivo nel 2016, un anno dopo quello che scrivi. Sono stato a Londra dal 2008 al 2011 e ti dico che gli appartamenti fanno schifo e sono cari, trovare lavoro e' difficile a meno che tu non abbia qualifiche spendibili, quanto alle amicizie cambiano continuamente ma e'lo stesso in tutte le grandi citta'