Mentre ero a casa ho vissuto ovviamente da mamma e papà, nella mia storica cameretta con i letti a castello. E in cinque mesi a casa mi sono accorta che mia madre non c’ha più voglia di cucinare. O meglio, ha meno voglia di impegnarsi per ore a preparare qualcosa.
La Gio, infatti, ha passato anni e anni a cucinare a noi cinque, a tanti amici che invitava a cena, poi a noi tre quando le mie sorelle se ne sono andate all’università, poi a lei e a mio papà quando anche io me ne sono andata di casa. Anni ed anni a pensare ogni giorno cosa cucino oggi? E lei è una cuoca splendida, è così brava che la gente si ricorda ancora dei suoi budini di cioccolato e qualcuno qualche settimana fa le ha chiesto: fai più quell’arrosto di vitello al latte che mi hai fatto una volta? Me lo ricordo ancora.
Ecco, lei è così brava, capite? E io, anche se ogni tanto le dico mamma, fammi i saltimbocca, te ne prego; mamma, fammi il pasticcio di maccheroni, per favore, io la appoggio e la capisco in questo momento di “stasera vi beccate la minestra pronta in cinque minuti e non una cena di tre portate.”
Io la capisco, e anche se vorrei essere un talento come lei in cucina, non penso ci riuscirò mai. Perché la verità è che sì, io mi rompo i coglioni a cucinare. E sì, cari stupendi esseri ai quali cucinare piace, voi che trovate che cucinare sia rilassante, che passate ore e ore ad infornare, impastare, preparare, tagliuzzare, pelare, cuocere, creare, io vi invidio e vorrei imparare da voi, ma non ci riesco.
La cosa stupenda è che ora che ho parlato con le mie amiche di sempre, so che quasi tutte abbiamo questo problema del non amare la cucina e quindi mi chiedo: sarà un piccolo problema della generazione millennial? Cucinare non ci piace?
Pensare a cosa cucinare ci fa venire il panico?
Qualcuno doveva dirmelo che, convivendo, la situazione si fa ancora più difficile, che non ci sei solo tu che se torni a casa una sera e non hai voglia di cucinare ti fai la pastina in brodo. Eh no. Ora siete in due, e molto probabilmente l’altra persona ha fame, molta fame, e la pastina in brodo ha un’idea ben chiara sul dove infilarvela.
Qualcuno doveva anche dirmi che, scegliendo io di convivere con un fidanzato australiano, le cose sarebbero state ancora più complicate. “Amore vuoi la pasta stasera?” “No la pasta una sola volta a settimana.” “Amore vuoi gli involtini stasera?” “Eh ma non mi pare siano molto salutari.” “Amore vuoi che mangiamo Thai stasera?” “THAI? TAKE AWAY? DURANTE LA SETTIMANA?” (Prima di partire per l’Italia questa è stata la litigata del secolo, che ci ha visto urlarci dietro per quarantacinque minuti. Poi io ho ordinato il Thai dicendogli che è proprio australiano e lui si è mangiato l’insalata.)
Quindi, ricapitolando: non solo uno deve pensare a cosa cucinare, ma deve anche pensare se fa bene, l’apporto calorico e proteico, in che giorno della settimana siamo e Gesù aiutami tu.
Di solito, per la coppia italo-australiana, il tutto si svolge così:
ore 14.30 circa, massimo 15. Parte la catena di messaggi, valida per tutte e due le parti, dato che di solito cucina più lui, con solo ed unico argomento CHE COSA MANGIAMO STASERA.
Baby, cosa vuoi da mangiare stasera
Thai green curry?
No, mangiato ieri.
Ah già. Chilli con carne?
No, non mi va.
Pasta? Ma l’abbiamo già mangiata.
Pollo? Pollo con qualche cosa?
Ok, con cosa?
O pesce?
Va bene anche il pesce, è uguale per me.
No non dire che è uguale che poi non è uguale, io arrivo a casa ti cucino il pesce e tu mi dici che schifo il pesce.
No il pesce va bene.
Ok, allora vado a fare la spesa io. A dopo. Ti serve qualcosa?
Ah, sì. Mi compri lo spazzolino, i fazzoletti, le verdure, il prosciutto, il pane e basta. A dopo, ti amo.
Ti amo.
Poi arrivi a casa con il pesce e non ti ama più. “Il pesce? Ah, ok. Ma il pollo?”
Capite? Non possiamo passare una vita intera a pensare a cosa cucinare. E poi una volta che hai pensato a cosa cucinare devi capire come cucinarlo. E poi arrivare a casa alle 19 e cominciare a tagliuzzare, creare, pelare, soffriggere.
Prendi gli ingredienti. Mi manca la farina.
Compra la farina che userai una volta e mai più.
Amore il pasticcio con la besciamella ti va bene anche se è martedì?
Ma sei sicura che faccia bene?
Io voglio un cuoco. Io voglio un cuoco personale che venga a casa tutti i giorni alle 18 e cominci a prepararmi da mangiare. Poi io torno dal lavoro ed è tutto pronto. Dieta sana ed equilibrata mi raccomando il conto delle calorie che poi il biondo s’arrabbia, pasta una volta alla settimana ma in caso per me va benissimo anche tre, preferenza per tortelli e bigoli con il ragù d’asino anche se non sono certa si trovi ma possiamo sempre provare; così io non devo farmi venire l’ansia da che cosa cucino, siamo tutti contenti, vi offro anche alloggio sulla spiaggia a Melbourne.
Pensateci, voi cuochi provetti. Qui sta cominciando l’estate. Lì arriva l’inverno. Le australiane sono belle. Gli australiani pure.
Un’offerta così quando vi ricapita.
beh, la generazione delle nostre mamme veniva da una tradizione dove ci si tramandava usanze e ricette,
La nostra generazione invece va’ di lusso se siamo capaci di riscaldare la pizza surgelata al micoonde
senza che sia bruciata ai lati e ghiacciata in mezzo.
comunque I surgelati dell IPERCOOP sono ottimi.
Ciaoo.
Io ho il surplus: fidanzato terrone in Australia.
Ma ho risolto con la via della saggezza ovvero della pigrizia. Preparazioni lunghe che però si cuociono da sole senza la mia minima partecipazione (zuppa, risotto, creme, vellutate… metti tutto in pentola a fuoco basso e vai a guardare la televisione o a farti le unghie).
E poi a te piace la pasta? Perfetto, fai le salse che ti piacciono di più (che ne so, zucca, pesto, pomodoro…) e invece della pasta ci schiaffi dentro le verdure, o il pollo o il pesce. O tutte assieme, se è in giornata proteica…