Se riuscissi a trovare quello che gli inglesi chiamano money tree o albero dei soldi, io lavorerei solo negli anni dispari. E gli anni pari li passerei in vacanza.
Sfortunatamente di quest’albero non è stata rinvenuta ancora nessuna traccia, allora ho dovuto pianificare il tutto un po’ più attentamente, cominciando a risparmiare sul gin e sulla vita a novembre del 2015, ma quest’anno cadeva pari e quindi ho fatto così: dopo aver passato un anno intero tra uno scantinato e un tavolo di ristorante a pianificare cene per ricche signore australiane, sentendomi sempre una cattiva figlia per non essere mai a casa, una cattiva amica per perdermi matrimoni-nascite-battesimi-fidanzamenti, una cattiva zia per non vedere mai i miei nipoti; un giorno mi sono alzata e ho detto “scusate, ma perché non ve ne trovate un’altra? Io me ne vado.” Consegnando la mia stupenda lettera di dimissioni che aveva come ragione principale un lungo periodo di pausa per viaggiare.
Dopodiché, tutta felice e contenta, sorridendo a tutti i miei compagni di treno mentre tornavo a casa, ho prenotato un volo per lo Sri Lanka, poi per Milano e ho detto ciao amici, io vado a fare l’estate in Europa.
E fu così che, una sera di maggio all’inizio dell’inverno australiano, freddo e grigio, il periodo più deprimente dell’anno che dio santo australiani, è solo inverno, ce la farete, sopravviverete, io e quello biondo ci siamo imbarcati destinazione tre mesi di viaggio per lui, e sei per me.
Non devo certamente spiegarvi come si sta bene quando confondi il lunedì con il venerdì, quando prenoti voli e decidi di andare a vedere la città che vuoi, quando vuoi, e quando sai che il tuo tempo è finalmente tuo. Non hai due settimane, non devi pensare al capo che magari ha avuto qualche problema con qualcuno, né controllare le email, e nemmeno preoccuparti. E non hai nemmeno sette giorni come ho avuto io l’anno scorso.
Sono tornata sette giorni, dopo un anno, dopo dodici mesi. Dall’Australia. Avete presente come stavo? Ho passato sette giorni praticamente sveglia di notte e in coma di giorno cercando di vedere tutti e stare con tutti e poi il settimo giorno mi sentivo meglio ed ero già su un aereo direzione Melbourne ed ho pianto e bevuto gin tonic per tutta la durata del viaggio perché mi sentivo tristissima. Anche la hostess mi ha chiesto se avevo bisogno di aiuto, no no, gin.
E invece questa volta ho avuto tutto il tempo del mondo. Ho passato tutta l’estate in Italia, a guardarmi intorno e a cercare di appiccicare nella memoria tutte le cose stupende che ci sono qui: le case, i ponti, gli abbracci dei nipoti, le cene con le sorelle, i viaggi con mamma e papà come quando ero piccola, le serate con gli amici, le birrette lungo l’Adige e gli aperitivi davanti all’Arena, il gelato, le risate delle mie amiche, i bagni al lago, le code in autostrada ad ascoltare la musica e a parlare di nulla di importante, le feste, i giri in bicicletta alle 3 di mattina, le osterie lungo le viette veronesi e sedersi fuori nelle serate d’estate, vedere tutti gli amici anche quelli lontani perché finalmente hai tempo, rivivere un po’ la mia vita, vivere un po’ a casa mia.
Ed è stato bellissimo. E ho ancora un mese.
Che felicità, amici. Forse era questo quello di cui avevo bisogno. Tornare, solo per un po’, ricordarmi da dove vengo. Ricordarmi, ecco. Forse era questo che dovevo fare.
brava!!!! e che piacere "sentirti" di nuovo piena di emozioni, sensazioni energie. Per essere felici a volte "basta" avere coraggio
Post che imparerò a memoria, perchè è quasi giunto anche il mio momento di prendermi la "mia vacanza" e partire per non si sa dove..Intanto ben tornata?
Eccola qua!
Brava.
(anch'io ho fatto una roba del genere quest'anno, e: nuova fiducia nella vita)
Brava, si fatto veramente bene, ogni tanto bisogna staccare… che l'Australia è lontana.
Fabio
Brava, si fatto veramente bene, ogni tanto bisogna staccare… che l'Australia è lontana.
Fabio
Che brava e che invidia!!! Comunque bentornata. Baci M.