Di mia madre parlo sempre.
Perché la mamma è la mamma, e in questo caso la mia mamma, è un caratterino non indifferente, e io spero di aver preso da lei.
Io non sono certo stato un tipino semplice: parlate voi con un’adolescente brufolosa che l’unica cosa che voleva fare era scappare a girare il mondo, che sbatteva le porte, che urlava.
Poi parlate voi con una che è andata in depressione, che l’unica cosa che voleva fare era dormire al buio sotto le coperte per giorni interi, che si trascinava per casa senza una speranza, non studiava, non usciva, aveva gli attacchi isterici.
Ecco, parlateci voi.
Io e madre più che parlare, urlavamo. Abbiamo urlato per molto tempo. Qualche anno sicuro. La volta che abbiamo urlato di più non ci siamo parlate per qualche settimana.
Poi abbiamo smesso. Poi siamo passate a capirci silenziosamente. A capirci a chilometri di distanza, a chiamarci nello stesso momento perché ci dobbiamo salutare e “mamma come cazzarola si fa la besciamella?”
Tra tutti questi litigi, grandi chiacchierate e lacrime e sorrisi, c’è sempre stato lui: mio padre.
Padre ha vissuto tutta la vita circondato da donne. Quattro donne e pure una gatta. E poi è arrivata una nipote. Beato fra le donne.
Questo ovviamente ha reso papà silenzioso ascoltatore di discorsi da donne, di cuori infranti e mal di pancia mensili, di tagli di capelli sbagliati, di “COSA MI METTO STASERA!” e di papà mi accompagni qui alla festa lì a scuola qui a danza poi a Milano a cercare casa a Bologna a traslocare a fare il saggio di danza là.
E’ sempre stato uno silenzioso, lui. Uno di quelli che solo ogni tanto rompe il silenzio e ti chiede come stai, o se sei sicura di quello che stai facendo.
Papà, scusaci papà, è sempre stato l’ultimo della famiglia a sapere le cose di noi quattro.
Perché prima si parla con la mamma, poi con le sorelle, poi si ascoltano i consigli e poi “Ok, ora lo dico a papà”.
Ma non perché meno importante. Perché le cose, al papà, se si è figlia, si spiegano in modo diverso.
Si spiegano più gentilmente, più velatamente, ci si gira attorno un po’ di più.
Che come lo dici a tuo papà che cambi casa, di nuovo, cambi città, nuovamente, e che, soprattutto, vai a convivere? EH?
Che per lui probabilmente resterai sempre la figlia di cui ha poche foto perché ogni volta si nascondeva nella maglietta e diceva “le foto no, papà!”
Quella che ha fatto la fiancata della macchina nuova appena presa la patente e ha dato la colpa al muro del garage troppo stretto.
Quella che ogni domenica “Andiamo a messa?” “Beh papà anche no.”
Quella che quel giorno che ha lasciato il ragazzo storico si è chiusa in camera a piangere e lui è arrivato e le ha detto: “Andrà tutto bene. Vedrai.”
Allora la settimana scorsa sono tornata a casa. E ci siamo seduti, io e papà, e abbiamo parlato della mia vita.
Allora mi sono schiarita la voce e ho detto: “Papà. Mi trasferisco.”
“Non ti sei già trasferita?”
“Si, ma mi trasferisco ancora.”
“E dove vai?”
“A Edimburgo.”
“A fare?”
“Non lo so, troverò un lavoro nuovo, che non mi faccia diventare isterica. Ho un lavoro freelance, ce la faccio a pagare l’affitto. Poi vedrò.”
“E quando vai?”
“Aprile? Primi di aprile dovrei traslocare.”
“E con chi vai?”
“Con quello che hai conosciuto a Natale, quello dall’Australia, che ha problemi con il bidet ma che finalmente non mi fa le corna e mi vuole bene.”
“Ah, mi piace lui. Ok. E la casa?”
“Ehm. Papà. Noi mi sa che andiamo a convivere” e qui, per spiegare il perché della convivenza, parte la solita storia del perché convivere in Inghilterra: bollette, spese, case divise con sconosciuti, bagni in comune, sono stufa, voglio il mio bagno, almeno ci conosciamo e sappiamo chi siamo.
“Ah. Ok. E sei contenta?”
“Eh, penso di sì papà. Si vedrà?”
“Beh, allora, dai, ok. Se sei felice tu, siamo felici anche io e la mamma.”
Poi ha bevuto un goccio d’acqua, che dopo il caffè la beve sempre, mi ha riguardato, e mi ha detto:
“E quindi Edimburgo. Lontana, Edimburgo, ma non fa freddo? Ché alla fine sempre la solita storia con il tempo in quel paese è e non è che faccia caldo, e quando fa caldo cosa ci sono, 15 gradi? Controlliamo il tempo? Dai, guarda, c’è il sole per i prossimi 15 giorni.
NON E’ CHE VAI IN AUSTRALIA POI VERO?“
“Per ora vado a Edimburgo, poi vediamo, papone. Non ti preoccupare.”
“No, ecco, così vengo a giocare a golf.”
E mi ha fatto un sorriso, che, sono convinta, voleva dire: “ok, vai. Ma magari le stanze, a casa, ve le prendete separate?”
Che tenerezza. Buona fortuna Cocchi, leggerti mi dà sempre tanta speranza. 🙂 un bacio
Ecco, me l'ero perso che fosse Edimburgo la meta del trasferimento. Beh, non si può commentare in modo diverso da come ha fatto tuo padre, se sei felice lo siamo anche noi!
ho letto e ho rivisto praticamente la mia famiglia. con qualche differenza.4 donne 1 gatto un solo uomo il primo nipote è però maschio.
papà è l'ultimo a sapere le cose e non perchè con lui devi parlare con + calma,perchè con lui si litiga e basta.
anche lui silenzioso, che però quando vivi lontano ti chiama quei 3 secondi per chiederti se va tutto bene e poi subito chiude.
e quando mi sono lasciata e mi ha trovato che piangevo disperata sul letto è andato nel panico e l'unica cosa che ha ripetuto all'infinito è stato il mio nome auhauhauha
che strani soggetti i papà… il mio però ha finalmente accettato la convivenza, i viaggi e il fatto che le figlie sono ormai grandi e quando mia sorella ha detto vado a vivere in AUSTRALIA (lei ci va sul serio) lui ha risposto: MI NASCERà UN NIPOTE SURFISTA!!!
:)))
in bocca al lupo per la nuova avventura!
Cocchi siamo un po' tutti come il charlie, ti vediamo fare le cose, sentiamo racconti distratti, ridiamo e piangiamo sincronizzati alle uscite del blog. Anche noi vorremmo farti tante domande e saremmo tentati da metterti i bastoni fra le ruote quando prendi, saluti, parti e ci sembra che tu sia appena arrivata. Solo perché ti vorremmo sempre a un centimetro, a goderci il sole che ogni giorno ti porti in tasca.
Un giorno buio mi hai detto che non t'importava tanto stare male, ma che non riuscivi a superare l'angoscia di guardare dritto negli occhi il signore di cui parli oggi. Forse proprio perché sapevi che da lui non sarebbero mai venute sgridate furibonde. Ecco, oggi che prendi questa barchetta dell'amore attraverso un fiume di guinness portati dietro gli occhioni del Charlie, mettili in tasca, lì, di fianco al sole.
🙂
Giuggi
Esseri strani i padri! con il mio ho avuto un rapporto burrascoso sin da piccola per poi capire che eravamo uguali in tutto!! L'unico che ha appoggiato tutte le mie follie senza troppi rimproveri. Meravigliosi uomini i papà, bisognerebbe ricordarlo sempre.
Ti leggo da poco e mi domando come mai non ti ho conosciuta prima, mi fai sempre sorridere. MITICA!!
In bocca al lupo per la nuova vita!!
Che bel rapporto, sembra così un padre dolcissimo 🙂
Sono onorata di conoscere bene sia Madre che Padre,Giovanna e Carlo,imbattibili!!!!!
Ho dimenticato di firmare il precente commento,era proprio commovente,dato che oggi,festa del papà,non ho piu' nessuno da festeggiare.TVB J ballerina ,ribadisco Giovanna e Carlo the best!
Grazie mille a tutti ragazzi e ragazze 🙂 Vi aspetto a Edimburgo e non temete, continuerò a raccontarvi le mie avventure sul Bloggo!
Grazie mille Eres, crepi il lupo 🙂
Giuggiola del mio cuore. Love.
Cocchi non vedo l'ora di continuare a leggerti e di sentire che dici di Edinburgh,che e'bellissima!!!
Che meraviglia 🙂
Bellissimo post. Emozionante, commovente, sincero. E pieno di amore.
Buona fortuna con la tua nuova vita a Edimburgo e con il tuo nuovo convivente che ha problemi col bidet! 😉
Oh ma cavoli che novita'!! Sono strafelice per te Cocchi, grandissima Cocchi!
in bocca al lupo per Edimburgo, e' una citta' bellissima! io mi ci sono trovata molto meglio che a Londra e ogni tanto mi manca un po' 🙂
Flora
and don't worry, che sono solo quelli di Londra a pensare che a Edinburgo fa freddo!
there is just a slight cold!
f.v
Che bello, questo ritratto del tuo papà. Deve essere un uomo molto dolce.
In bocca al lupo per la tua nuova vita 🙂
MI piace leggere i racconti sui i papà..
forse perchè è un passaggio della vita che mi manca non avendone mai avuto uno..
in bocca al lupo
Io con l'australiano con cui ho vissuto ad Edinburgo sono poi effettivamente andata in Australia (e tornata, ora siamo a Plymouth). Ma Edinburgo e' il mio grande amore, ti invidio. Non ci conosciamo, ma ci ho vissuto 5 anni, se hai bisogno di qualche dritta fammi sapere, ti do la mia email
Gio (UK)
Quanta dolcezza!
Fantastica Gio 🙂
Quando ho letto il tuo commento mi hai fatto sorridere un sacco.
Ti farò sapere come procede! E volentieri, per i consigli! Se vuoi manda una mail alla Bloggo mail, così ti scrivo! civuolecostanza@gmail.com
Grazie Francesca! Crepi il lupo!
capito ora sul tuo blog 🙂
bellissimo post, anche da me papà è l'ultimo che sa le cose,ed è bello vedere che i tuoi genitori ti stanno vicini e approvano le tue scelte, seppur magari con risentimento all'inizio ; non tutti sono fortunati ad avere famiglie che ti stanno vicino .
Comunque ti sei già trasferita in Scozia??Ho appena fatto un post su Edimburgo, dove sono stata un anno fa!! :):)
Mi sono aggiunta ai tuoi lettori, se ti va passa a trovarmi!!
http://blogpercomunicare.blogspot.it/
Ti conosco con questo post.. Mi hai fatto emozionare.. Con i papà si ha sempre un rapporto diverso fatto di poche parole e magari pochi gesti ma che ne valgono orci volte tanto.. 😉
In bocca al lupo per la nuova città e la convivenza!!
Greta
QUESTO BLOG è ADORABILE.
Mi hai fatto commuovere, che dolcezza davvero. W i sentimenti veri e abbasso (che nn lo so fà) le situazioni stucchevoli!
con ammirazione, Annalisa Odoguardi 😉
Sto piangendo tantissimo, hai descrittoo esattamente la relazione che ho con il mio papà. Quante lacrime, Grazie. Papà sempre ultimo a sapere, vero, ma sempre il primo uomo nel cuore. Al "se sei felice tu, siamo felici anche io e la mamma" sono crollata in una valle di singhiozzi.