Se dovessi rinascere, chiederei a madre di apportare qualche modifica alla carrozzeria.
Oltre alle tette, che insomma questa prima scarsa che mi ritrovo non è di certo la mia taglia preferita, oltre all’altezza, che dai, a dieci anni ero la più alta di tutte le mie amiche e ora sono quella che più bassa di così non è possibile, vorrei saper dire più bugie.
Vorrei saper mentire bene, vorrei essere convincente quando dico: “Quel vestito ti sta benissimo!” Mentre la mia faccia dice: ti prego toglilo prima che io perda la vista per sempre.
Non sono capace di mentire, e questo non è bene. O meglio, è assai pericoloso. Soprattutto in certe situazioni: con il capo, ai colloqui, ai primi appuntamenti, a letto, con gli sconosciuti appena incontrati.
No perché dire sempre la verità nuoce gravemente alla vostra salute. Soprattutto se i diretti interessati con cui decidete di essere sinceri risultano un pelino permalosi.
Se unite la verità, Google e la sfiga, la triade del male supremo è formata. Siamo spacciati. Io sono spacciata.
Google non mi sta aiutando per niente. Ma proprio per niente. Anzi, maledetto Google che mi traduce tutto dall’inglese all’italiano e dall’italiano a tutte le lingue del mondo.
Ho tutta una serie di sfighe e traduzioni googoliane che hanno portato la mia persona a trovarsi in scomode situazioni, così tante da fare una lista, una top 4 delle situazioni più assurde che Google, la mia sfiga e la mia linguaccia biforcuta malefica hanno creato.
Ce ne sarebbero altre, molte altre, ma ritengo che siano minori e meno divertenti di queste.
Salvo quella volta che ho twittato: “DATE ALLA MIA COLLEGA DEL VALIUM!” e lei, traducendo con Google translate, ha pensato che parlassi dell’altra collega e, con tanti sorrisini felici su Skype, mi ha scritto: “Sono d’accordo con te.”
Alla posizione numero quattro troviamo: di quella volta che sul Bloggo ho scritto che un tizio con cui mi frequentavo mi ha detto, mentre eravamo intenti a fare le nostre cose, “Questa era la posizione preferita della mia ex”.
Il giorno dopo, ricevo un messaggio che dice solo vaffanculo. Ma perché mai? Che cosa sarà mai successo?
E insomma, Google translate aveva di nuovo fatto il suo effetto. E lui aveva tradotto tutto. E lui c’era rimasto male. E secondo lui dovevo cambiare le parole. E io, fredda come un ghiacciolo, gli ho risposto che tanto, cambiando l’ordine delle parole, il risultato non cambia.
PS: mi chiama ancora. Forse la verità funziona.
Alla posizione numero tre troviamo: di quella volta che ho scritto che la mia ex collega francese se magnava schifezze atomiche. Che quell’altra se magnava solo semi, e che quell’altro viveva di Activia e io avevo paura degli effetti sul suo intestino.
Anche quella volta, Google ha voluto che la mia incapacità di mentire venisse scoperta, ed eccomi lì, seduta davanti al mio capo a raccontare che il Bloggo è un Bloggo comico. E che insomma, lui aveva capito di chi parlavo? E lui ha detto no. E io ho detto allora, amici come prima. E lui ha detto No, smetti di scrivere. E io ho detto ok, mi dimetto.
PS: pensate un po’ che ora mi hanno chiesto di fare la blogger per loro. I casi della vita.
Alla posizione numero due troviamo: quella volta che, con -3, la coinquilina non voleva accendere il riscaldamento perché “NON SERVE”, e io ho scritto su Facebook che se l’avessi mai trovata ibernata, l’avrei lasciata lì. Che tanto non serviva nemmeno lei.
Io, non sapendo che lei seguisse la pagina del Bloggo di Facebook, ridevo beata perché la battuta era in effetti venuta piuttosto bene. E poi d’un tratto eccola lì, lei, lei che fa like. Lei che traduce. E lei che scrive: “Magari accendo il riscaldamento?” E io. Io che volevo mettere la mia camera all’asta in quel preciso momento.
PS: poi alla fine lo ha acceso! La verità fa miracoli.
Alla posizione numero uno troviamo: di quella volta che, ancora ubriaca dalla sera prima, ho inoltrato una mail di lavoro indirizzata al mio capo dal sommo capo, al sommo capo in persona. Al capo capo. Ho inoltrato la stessa mail, aggiungendo le mie riflessioni sul caso. Una mail dove, in italiano, scrivevo che il capo capo porta sempre buone notizie. Buone notizie del cazzo.
E insomma, lui ha tradotto. Eccolo lì, me lo vedo, la domenica mattina che prende quella frasetta contenente “cazzo”, bam, Google translate, bam. Costanza licenziata.
Ed ecco, nel bel mezzo di una mattina con i postumi, ignara di tutto quello che stava succedendo, ignara del fatto che la triade verità-Google-sfiga avesse nuovamente colpito la sottoscritta, ecco che ricevo una mail, con scritto: “Hai mandato la mail alla persona sbagliata. Mi fa piacere sapere che porto sempre buone notizie, cazzo!”
Dopo qualche minuto di mantra oddio-sono cretina-oddio. Ho risposto: “Cazzo sì! Sempre buone notizie!”
PS: ora ogni volta che entra al pub dice “Buone notizie cazzo!” e io gli faccio grandi sorrisoni e yeah, yeah! con il pollicione.
Grazie a Dio Google ha ancora problemi con le parolacce. Cazzo.
Oddio sto rotolando dal ridere 🙂 Tu sei una di quelle persone che mi piacerebbe partecipassero attivamente nella mia vita e non solo on line. Perchè le risate che mi faccio leggendo il tuo blog sono veramente un toccasana alla depressione italiana. Non commento mai, ma questa volta volevo esprimerti tutto il mio amore platonico!
Good News fuckin! Quindi dice sempre Fuckin good news? lol!!
e alla fine quelli simpatici che avevano i dipendenti con i problemi alimentari ti hanno chiesto di fare la blogger per loro????O_O io sono scioccata!direi che è una bella rivincita!
Ire Taglia
La Cocchi comica. Mi fai sganasciare!
Io ho imparato una cosa: mai scrivere sul web qualcosa di vagamente riconducibile a qualcuno. Ti beccano. SEMPRE. (La coinquilina ibernata. Muojo)
Morby
la prima mi piace. di taglia
come vedi,la verità fa bene,lo sai!Wahh,stavolta ti sei superata!!J ballerina
Che ridere Cocchi bella ! A me è capitato di "fottere" qualcuno alla grande su FB rendendomi conto dopo che avevamo 3 amici in comune … mai stata così celere col ditino sul mouse a scorrere per cancellare ! In passato solo al telefono: il famoso "vaffanc…" al cliente e rendersi conto che la cornetta non era appoggiata bene sul telefono… Martina
BloggHer women's kaleidoscope
Sto morendo! Giuro! Che ridere! Fantastica!!!! XD
proprio divertente..cazzo!!!!!
Hai ragione, la penso come Te, Costa si può solo amare anche se platonicamente, perché rappresenta la realtà in maniera così ironica nonostante tutto quanto che…. insomma 421
sei un mito 😀 ma davvero. ti leggo sempre e mi ritrovo nel 90% delle tue feroci critiche agli inglesi 😀 quanto ti capisco!
un abbraccio 🙂
te non sei a posto fanciulla!
Grazie Roberta 🙂 Sono proprio contenta che il Bloggo ti faccia ridere! Il mio amore platonico va anche a te!
Lo dice in italiano! Dice "bione notisie, cazzo!" E io muoio.
Perché non sarei a posto? Che ti devo dire, cara mia Patalice, il mondo vuole che mi capitino tutte queste cose 🙂
Grazie mille! Vivi nella gelida Albion anche tu?!?! Che pazienza che ci vuole 😀
nono, ho lavorato a londra tre mesi soltanto 🙂 ma non ti conoscevo ancora, altrimenti venivo a farti un saluto! 😀 blog fantastico cmq… keep it up! 😉 xx
Sto immaginando la scena di te che col pollicione in su assecondi il tuo capo….Lollissimo!
Ho sbagliato post…mi lamentavo degli inglesi nel posto sbagliato 🙂
Dalla "colonia britannica informale" dove gli inglesi anziani ancora sorseggiano Gin Tonic guardando il tramonto in completi kaki, sappi che ti capisco. Subisco cibo scarso e schifoso (ho visto contare le patate bollite: 6 persone a cena? 6 patate piccole), orari ridicoli (allora vieni per cena alle 18.45?), tirchieria sconvolgente (con loro, di solito, la divisione del conto al ristorante si arena su conflitti da 2 o 3 euro – nessuno dei commensali guadagna meno di 5000 euro al mese esentasse, ovviamente – e si conclude quando lancio sul tavolo una mazzetta di spiccioli e me ne vado). Che fatica…
AHAHAHAHAHA :)http://blogpercomunicare.blogspot.it/